Nella produzione letteraria di ogni cultura del mondo è presente quella che viene considerata la storia d’amore per antonomasia. È forse la tensione tra l’ineffabilità e l’universalità di un sentimento come l’amore erotico-romantico ad aver spinto gli esseri umani di ogni tempo e luogo a volerlo analizzare, ed in qualche modo definire, attraverso i racconti, la poesia e, non ultima, la musica.
Una storia d’amore è libera dai confini spazio-temporali, risultando comprensibile e/o rilevante per chiunque la legga e prescindendo dalla lingua e dalla cultura da cui affiora.
Così come le vicende letterarie nostrane di Dante e Beatrice o Paolo e Francesca hanno cambiato per sempre la trattazione dell’amore all’interno della letteratura italiana, la storia di Layla e Majnun dall’VIII secolo d.C. in poi ha segnato il corso delle storie romantiche arabe, persiane e turche – sia in prosa che in versi – ispirando infinite versioni.
La storia, o meglio le storie, di Majnun e Layla si ispirano a due personaggi realmente esistiti: originari della stessa tribù, Qays Ibn al-Mullawah e Layla bint Mahdi nacquero all’incirca nella prima metà del VII secolo d.C. nel deserto dell’attuale Arabia Saudita.
Secondo la maggior parte delle versioni, i due amanti si conobbero a scuola, dove Qays si innamorò a prima vista della ragazza, continuando ad amarla fino al suo ultimo respiro. L’uomo divenne un poeta e dedicò tutti i suoi versi all’amata, spesso anche menzionando esplicitamente il suo nome nelle sue poesie, una pratica altamente criticata nelle culture tribali arabe dell’epoca poiché considerata irrispettosa nei confronti di una donna.
L’amore che era nato tra i due venne proibito dalla famiglia di Layla, che fu costretta a sposare un altro uomo. Ciò provocò in Qays una tale disperazione da spingerlo ad allontanarsi dalla comunità verso il deserto, dove per la malinconia, la solitudine e lo sconforto finì per impazzire. Da qui, il suo soprannome “Majnun Layla”, ovvero il “Pazzo di Layla”.
Il mito vuole che durante la sua vita eremitica Qays venisse spesso trovato a recitare ad alta voce le poesie che componeva per Layla, a scrivere i suoi versi con un bastone sulla sabbia e a raccontare del proprio amore agli animali.
A circa quarant’anni, Majnun fu trovato morto vicino alla tomba di una donna sconosciuta su cui aveva scritto i seguenti versi per Layla prima di morire:
Passo attraverso la città, la città di Layla
E bacio questa e quest’altra parete
Non è per le case che l’Amore ha preso il mio cuore
Ma per Colei che in queste case dimora
Secondo la tradizione, l’amore di Qays era ricambiato da Layla tanto che, alla propria morte, la donna chiese di essere sepolta assieme all’amato, venendo infine accontenta.
A partire dall’VIII secolo la storia di Majnun e Layla è divenuta la storia d’amore araba per eccellenza, ma non solo, arrivando ad essere conosciuta anche in tutta l’Asia minore, grazie alla versione del poeta medievale persiano Nizami Ganjavi.
Più recentemente, alcuni storici letterari hanno rilevato delle possibili correlazioni intertestuali tra la storie di Majnun e Layla e quella di Romeo e Giulietta. Queste analogie, in parte sicuramente attribuibili all’universalità delle storie d’amore, hanno delle radici storiche: lo studioso Agâh Sırrı Levend, per esempio, evidenzia come le crociate abbiano contribuito alla penetrazione di diversi elementi delle storie d’amore mediorientali nella tradizione letteraria europea.
Continuando ad emozionare attraverso i secoli, negli anni ‘70 la storia di Layla e Majnun ha ispirato la ballata Layla, scritta da Eric Clapton e Jim Gordon, da cui l’album dei Derek and the Dominos Layla and Other Assorted Love Songs, con i cui versi vi auguro Buon San Valentino!
What will you do when you get lonely?
No one waiting by your side
You’ve been running hiding much too long
You know it’s just your foolish pride
Got me on my knees
Layla
Begging darling please
Layla
Darling won’t you ease my worried mind?
Tried to give you consolation
When your old man had let you down
Like a fool I fell in love with you
You turned my whole world upside down, Layla
E. Clapton, J. Gordon. (1970): Layla, in Layla and Other Assorted Love Songs
Alta 1,59 dal 2000, studia più lingue di quante il suo cervello possa contenere.
Nel suo tempo libero mugugna con un forte accento genovese e si vanta di essere l’unica utente che usa ancora Facebook.
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