In memoria di Stefano Cucchi.
Non è solo chi la mano
ha menato sopra il corpo
a dover guardar lontano
per fuggir le sbarre o il torto.
È il Ministro della mala
che bordeggia nella notte,
confondendo ancor la scala
o lo spinello con le botte.
Che non vadano mai obliati
la penombra del martirio
di chi osteggia la tortura
e chi ancora non l’abiura,
ma s’atteggia a suo vicario
nel tacer degli addestrati.
Il titolo di questo sonetto è liberamente ispirato ad un romanzo di Amélie Nothomb.
Nato nel novembre del 1997, è un borioso e noioso ex classicista laureato in legge.
Ama la politica, il jazz e Stephen King.
Radicale. Quando non è in sciopero della fame, mangia (poco).